Esiste una realtà che confina con la mitologia in Val di Zena. Si dice sia stata creata da Zeus e da questi prende il nome.

Ė il regno – officina di un fabbro, di più fabbri, e, a dire il vero, quando si varca il portone l’atmosfera nella quale ci si immerge, rimanda indietro di secoli.
Eppure qui si costruiscono meraviglie moderne quali cancelli di sicurezza, inferriate, ringhiere, parapetti, tettoie, ma osservo con stupore anche strutture su misura per interni.

Meravigliosa la scala in ferro destinata, in una villa, ad accedere al piano superiore. Invidio il proprietario. 

Noto una meticolosità nel fare che sorprende, una cura per i particolari insolita. A destra riposa una testata in ferro battuto del tutto originale, di un letto, avulsa da una massificazione di forme che oggi ha il sopravvento.

Mi avvicino al titolare, novello Efesto, Enrico Bortolotti, giovane di altri tempi, eclettico, creativo, gioviale.
Appartiene a lui questa Ditta che si chiama, e non é un caso, Zeus.

Tutto rimanda ad una dimensione atemporale.
Infatti il tempo qui é soltanto un’ipotesi nella bellezza che non conosce secoli.

Enrico mi presenta Marco, suo fratello, anch’egli titolare di un’attività che reca un nome strano, quasi uno scioglilingua: Straferro, che è impegnato ad aprire, con destrezza, la serratura di una cassaforte, quindi noto alcuni attrezzi particolari e gli chiedo a cosa servano; sono grimaldelli e attrezzi utili per le modifiche di tutte le porte blindate e le sostituzioni a cilindro europeo.
Quindi ancora, molle chiudi porta, veneziane, tapparelle.

Esco non prima di avere pagato il manufatto che a suo tempo ordinai perché qui si forgiano anche oggetti, piccole opere d’arte, in ferro battuto.
Son soddisfatto.
Qui la bravura va di pari passo con l’onestá.

Sono o non sono dèi che guardano al passato con un occhio vigile al presente?